Su richiesta di Federica, apro con immenso piacere questo topic dedicato ai Depeche Mode; siccome la storia del gruppo è molto ricca di particolari, molti dei quali sono anche costretto ad omettere, la posterò poco per volta, aggiornando questo primo post.
Depeche ModeStorica band britannica che ha contribuito a portare il synthpop e l’elettronica a livelli di successo su scala planetaria, i Depeche Mode hanno attraversato tre decenni abbracciando diversi generi musicali e ponendosi all’attenzione della critica quali artefici di grandi innovazioni, pur restando nell’ambito della musica pop/elettronica.
Nel corso degli anni, molti artisti e band, pur provenendo da contesti musicali molto diversi, si sono ispirati a loro, e numerosissimi sono anche gli album tributo realizzati.
La loro carriera ha visto avvicendarsi ben tre cambi di line up nel corso degli anni: a partire da una formazione a quattro che comprendeva il songwriter e tastierista Vince Clarke, i due tastieristi Andrew Fletcher – al moog – e Martin Gore, e il cantante Dave Gahan, hanno dovuto fronteggiare l’abbandono di Clarke e l’entrata nella band del tastierista e arrangiatore Alan Wilder, diventato parte integrante della band segnando gli anni più rappresentativi della loro carriera, sino all’attuale line up a tre (Gahan, Gore, Fletcher), successiva all’abbandono di Wilder.
La prima faseI Depeche Mode nascono nel 1980 a Basildon, cittadina industriale dell’Essex, quando Vince Clarke propone a due suoi vecchi compagni di scuola, Martin Gore ed Andy Fletcher, di abbandonare i loro precedenti gruppi (
No Romance In China e
The Norman And The Worms, collocabili nel contesto underground/post-punk/new-wave dei primi anni ’80), per formare un nuovo gruppo, totalmente votato alla musica elettronica (i Composition Of Sound).
È nel 1980 che fa il suo ingresso nella formazione anche il cantante Dave Gahan, vetrinista frequentante all’epoca il
Southend Art College, un vivace ragazzo proveniente da una famiglia modesta, con alle spalle esperienze di processi al tribunale dei minori per possesso di droghe e vandalismi.
Nello stesso anno Clarke e gli altri optano per cambiare il nome in Depeche Mode, ispirandosi al nome di una nota rivista di moda francese.
Il 31 Maggio 1980 i Depeche Mode (ancora legati al nome di
Composition Of Sound) tengono la loro prima vera esibizione dal vivo, per gli studenti della
St. Nicholas School di Basildon.
Segue un piccolo tour in vari locali nelle città nei dintorni di Londra (Southend-On-Sea, Chincester nel Sussex, Rayleigh), che comprende anche l’esibizione in uno storico locale londinese frequentatissimo dalle band della scena underground/new-wave, il
Bridgehouse.
Alla fine del 1980 cominciano a proporsi a diverse case discografiche, ma nessuno sembra accettare i demo di Vince Clarke, pezzi decisamente troppo pop e leggeri per un contesto che vedeva affermarsi famosissimi artisti e band new-wave (Gary Numan, Fad Gadget, OMD, Human League, Visage).
Decidono di tentare con un’etichetta discografica indipendente, la Mute Records di Daniel Miller, autore verso la fine degli anni ’70 di celebri pezzi underground/elettronici, quali
Warm Leatherette e
T.V.O.D., il quale però non sembrava essere disposto a seguire una band così marcatamente pop.
La Mute Records aveva all’epoca pochissimi artisti, tra i quali figurava proprio Fad Gadget.
E fu proprio facendo da supporto a quest’ultimo, che i Depeche si fecero notare una sera al
Bridgehouse dal discografico Daniel Miller. Suonarono i loro pezzi migliori dell’epoca, che non erano stati però ancora incisi in un album, e Daniel Miller si mostrò interessato a firmare un contratto discografico per loro, ma in particolar modo diede tutta la sua disponibilità per aiutarli ad incidere il loro primo album.
Nel frattempo, era uscita una raccolta con nuovi successi delle band esordienti della scena new-wave (tra cui figuravano band come Depeche Mode e Soft Cell), la raccolta
“Some Bizzarre”, prodotta dal DJ Stevo.
E fu così che i Depeche Mode registrarono la loro prima traccia, una versione industriale e avanguardistica di
Photographic, incisa in uno studio con la strumentazione elettronica essenziale e l’aiuto di Daniel Miller. Ancora oggi i membri della band ricordano quell’esperienza con grande divertimento, e
Photographic resterà sempre, citando le parole di Martin Gore nel corso dell'ultimo tour,
“the first song we’ve ever recorded”.
Intanto i Depeche Mode continuano a girare per locali frequentatissimi dalle personalità più pop più celebri nell’Inghilterra di quegli anni (Boy George, gli artisti e le band New Romantic e altri gruppi elettropop/futuristici).
Il 1981 è l’anno dei loro primissimi singoli, che raggiungono posizioni discrete nelle classifiche britanniche (
Dreaming Of Me, New Life, e la hit
Just Can’t Get Enough, che non tarda ad affascinare il popolo delle discoteche e dei DJ).
L’impressione della critica più attenta è che i Depeche Mode siano una band molto diversa dalle altre della scena new-wave, per le loro melodie e per i loro ritmi così pop e, secondo alcuni, quasi banali.
Tuttavia le più note riviste musicali e i magazine per adolescenti non tardano a mettere i Depeche Mode nel calderone di tutte le band dei primi anni ’80 (quasi non ci fosse alcuna differenza tra New-wave, New Romantic, Synthpop, etc.).
Nell’autunno dell’81 i Depeche Mode registrano con Miller il loro primo album,
Speak & Spell, caratterizzato ancora da un approccio molto semplice alla strumentazione elettronica, ma non mancando di costruzioni melodiche e sonorità geniali che ancora oggi affascinano gli appassionati dell’elettronica vintage.
Tra le canzoni dell’album, scritte per la gran parte da Vince Clarke, si distingue una nuova versione di
Photographic, e due canzoni scritte da Martin Gore,
Tora! Tora! Tora! e
Big Muff, oltre ai già citati tre singoli.
Il tour di
Speak & Spell procede senza problemi, fino a quando Vince Clarke manifesta la volontà di lasciare il gruppo, poco tempo dopo aver registrato le canzoni dell’album. Le motivazioni sono forse da ricercare nel fatto che Clarke amasse continuare su una strada pop a lui più congeniale, mentre Gore e gli altri intendevano sperimentare nuove strade con l’aiuto di Daniel Miller oppure, stando a un’altra ipotesi, Clarke avrebbe abbandonato la band perché non amava le folle di ragazzini impazziti che assistevano entusiasti ai concerti della band, ora che cominciavano a diventare famosi. Clarke formerà poi gli Yazoo con Alison Moyet.
L’ultimo concerto con Vince Clarke i Depeche Mode lo tengono a Chincester il 3 Dicembre 1981, e viene registrato anche per il programma BBC
“Off The Record”.
L’abbandono di Clarke pone molti interrogativi ai giovani fan dell’epoca e alle riviste di critica musicale: come poteva continuare un gruppo pop che ha prodotto tre singoli da classifica, senza il songwriter principale?
Tuttavia i Depeche Mode sembrano pronti a ripartire.
Nell’82, dopo aver fatto un’inserzione sulla nota rivista
Melody Maker, al fine di trovare un tastierista in grado di sostituire Clarke almeno nei live, cominciano un nuovo tour con il nuovo arrivato, Alan Charles Wilder, giovane borghese del quartiere londinese di Hammersmith, con varie esperienze musicali alle spalle nell’ambito della musica underground (The Dragons, Dafne and the Tenderspots , Real To Real The Hitmen).
Il giovane Alan, che ha studiato piano sin dalla giovanissima età, incontra Daniel Miller e familiarizza in pochissimo tempo con i sintetizzatori, mostrando già un grande talento nelle esibizioni dal vivo dei primi dell’82.
Tra queste, si annoverano due performance al
Ritz di New York, dove i Depeche Mode ottennero un contratto con la Sire Records.
Nel Gennaio ’82, pubblicano il primo singolo della fase con Martin Gore al songwriting,
See You, cui segue un breve tour, il
See You Tour.
Seguono altri singoli, che prendono direzioni diverse da quelle seguite nella registrazione di
Speak & Spell.
La critica si divide in due: c’è chi apprezza il nuovo corso dei Depeche, e chi ritiene questi singoli inferiori alla produzione precedente.
Ma i Depeche Mode sembrano aver superato definitivamente le difficoltà seguenti all’abbandono di Clarke, quando pubblicano il loro secondo album,
A Broken Frame, con testi di Gore e nuove geniali costruzioni musicali che se da un lato vedono i Mode sempre più isolati nel contesto synthpop di quegli anni, dall’altro presentano al pubblico una band nuova, originale e capace di stupire.
La lavorazione in studio occupa più tempo e maggiore lavoro di produzione rispetto all'album precedente.
L'
A Broken Frame Tour vede in formazione Alan Wilder e tocca diverse parti d’Europa, culminando nella notte dell’Hammersmith Odeon a Londra nell’ottobre 1982.
È questa anche l’epoca delle prime esibizioni televisive in programmi musicali inglesi quali
TOTP, Razzmatazz, The Tube.
Il tour di
A Broken Frame continua nell’est asiatico all’inizio del 1983. Un’esperienza che segnerà molto il gruppo.
Nello stesso periodo, pubblicano un inedito che va forte anche in Italia:
Get The Balance Right!, un singolo in cui la musica dei Depeche Mode sembra ormai avere nuova forma, e un singolo che ispira molti DJ anche negli Stati Uniti, tra i quali Derrick May della scena house di Detroit. Molto amato dai DJ è il
Combination Mix, realizzato dalla stessa band, una versione del singolo molto ballabile.
La B-side del singolo è una strumentale,
The Great Outdoors: questo è il primo lavoro in cui tra i crediti compare anche il nome di Alan Wilder, ormai diventato il quarto membro della band.
Construction Time Again: la prima svolta e la crescita della bandFinito il tour asiatico, il gruppo torna in studio per registrare agli studi
The Garden e John Foxx (ex Ultravox), interessato a questa giovane band, propone a Daniel Miller un brillante ingegnere del suono, che ha lavorato già con gruppi della scena industrial.
È così che nasce Construction Time Again, un album pop sperimentale e vivace, che trae un grande vantaggio dalla tecnica dei campionamenti e a un lavoro di studio molto curato dal team Miller-Wilder-Jones.
Gareth Jones e i ragazzi si recarono infatti nella periferia londinese a registrare i rumori più diversi con un semplice campionatore, uno strumento che faceva allora il suo ingresso nel mondo della musica, essendo già stato usato da band come Einstürzende Neubauten.
Construction Time Again contiene brani di successo pop che non tardano ad essere apprezzati in tutta Europa, anche in Italia, dove molti programmi musicali dell'epoca propongono i loro video o li hanno ospiti in vari programmi TV (
Superclassifica, Superflash, Bebop A Lula).
Tra i loro successi, si ricordano la geniale (tanto nel testo quanto nella costruzione melodica)
Everything Counts e la disillusa
Love, In Itself, track che apre l'album.
Construction Time Again viene riconosciuto come un album combattivo e ricco di testi sferzanti, tant'è vero che la stampa inglese affibbia ai Depeche Mode il cliché di "gruppo militante a sinistra", e un giornalista del
NME, X. Moore, riconduce la loro musica alla situazione politica attuale vigente in Inghilterra e in Irlanda, definendoli i "nuovi rossi di Basildon".
Tutto questo accade in un ambito musicale reduce ancora dal punk e ricco di gruppi militanti, anche se Gore e i ragazzi negheranno sempre la loro appartenenza a qualsiasi ideologia, seppure certi testi e particolari iconografie (curate dal fotografo Brian Griffin e dal designer Martyn Atkins) rimandano alle ideologie politiche del Novecento.
Il
Construction Tour è un grande successo in tutta Europa e giunge a toccare Milano e Bologna nei primi mesi del 1984.
Dopo il tour, i Depeche tornano in studio a lavorare su un nuovo singolo,
People Are People, registrato a Londra e mixato agli Hansa Studios di Berlino, che si propone come la nuova hit pop in UK e negli USA, tant'è che la casa discografica fa uscire una raccolta di canzoni,
People Are People, solo negli Stati Uniti.
Il missaggio del nuovo album,
Some Great Reward, viene completato a Berlino, città nella quale Gore si è trasferito e che è forse la maggiore fonte di ispirazione per le canzoni di quest'album, il cui missaggio è ancora una volta curato da Alan Wilder e Gareth Jones con la supervisione di Daniel Miller.
Anche i testi di
Some Great Reward non mancano di suscitare interesse per l'ambiguità delle relazioni descritta da Gore (
Lie To Me, Master And Servant), per la presa di coscienza di un mondo e che sembra usarci come strumenti ed opprimerci nella nostra quotidiana routine (
Something To Do), per l'attenzione rivolta all'intimità (
It Doesn't Matter, Somebody), fino a toccare un tema delicato come la fede in Dio strettamente connessa all'insicurezza e alla mancanza di fiducia nel destino (
Blasphemous Rumours).
Dopo le estenuanti sessioni di registrazioni in quel di Berlino, che durano fino a estate inoltrata dell'84 con Alan e gli altri esausti, vengono scelti i singoli che faranno promozione all'album, e subito i Depeche ripartono per un nuovo tour.
Riscuotono un grandissimo successo in Germania e negli Stati Uniti.
Il tour durerà fino all'estate dell'85, includendo vari festival europei (ad esempio Atene o Brest, in Francia).
Nel 1985 i Depeche sono ospiti in vari programmi TV al fine di promuovere la loro prima raccolta di singoli
The Singles 81>85, con due brani inediti,
Shake The Disease e
It's Called A Heart, i video dei quali vengono diretti da Peter Care.
Una nuova svoltaA fine anno i Mode tornano in studio per nuove sessioni di lavoro con Gareth Jones a produrre il terzo album dai tempi di
Construction Time Again.
Il gruppo resta in studio giorni e giorni, dopo che Miller, Wilder e Jones decidono come impostare il lavoro dopo aver ascoltato i nuovi demo di Martin, tutti pezzi piuttosto cupi. Nello studio regna un'atmosfera claustrofobica che influenzerà molto il lavoro di registrazione: Gareth Jones esorta la band a
"vivere l'album" intensamente, di modo che il loro umore al momento delle sessioni di registrazione si riflettesse nelle canzoni dell'album stesso.
Il missaggio, a cura di Gareth Jones, Alan Wilder e Daniel Miller, occupa un periodo di tempo lunghissimo, tant'è che tutti sono preoccupati per il ritardo che l'uscita dell'album subirà.
Intanto, esce il primo singolo
Stripped (in Europa, mentre in America sarà il brano
But Not Tonight): un ritmo coinvolgente, un'atmosfera dark e affascinante, una melodia quasi orientaleggiante, la voce cupa e ammaliante di Dave Gahan impongono di nuovo i Depeche Mode all'attenzione della critica, del pubblico e dei network, ponendoli sotto una luce assai diversa dal loro periodo pop, e quasi dark, che non tarda ad affascinare e a catturare nuovi fan, sopattutto quando esce l'album
Black Celebration, nel marzo 1986, viene pubblicato sul mercato europeo e americano.
Vengono pubblicati grandi singoli (
A Question Of Lust, A Question Of Time), tanto che critica e pubblico ritengono quest'album il punto di svolta o l'album della maturità, mentre i Depeche Mode sono ormai lontani dal pop degli esordi.
La tournée a seguire, il
Black Celebration Tour, segna il primo record quanto a numero di date, ed ha un successo grandioso in Europa, in alcune zone degli USA, ad esempio nell'Ovest, in California (si ricorda il concerto all'Irvine Meadows di Laguna Hills), e persino in Giappone.
Per la band è un cambiamento radicale che porrà inizio a una crescita inarrestabile.
Musica per le MasseDopo alcuni mesi di pausa dalla fine del lunghissimo tour, la band torna in studio per registrare, prima a Londra, in una sorta di fase di pre-produzione, in cui Miller e Alan Wilder danno una prima forma alle nuove canzoni scritte da Martin Gore, e in seguito ai Guillaume Studios Hotel, collaborando col produttore e sound engineer Dave Bascombe, proposto, tra gli altri, anche da Dave, che aveva apprezzato
Songs From The Big Chair dei Tears For Fears, da lui prodotto e mixato.
[Continua...]
Edited by Treasure - 7/2/2008, 14:12