Articoli e critiche vari

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Ransie la strega
view post Posted on 28/4/2008, 21:43




TEARS FOR FEARS I NOBILI DEL POP
Repubblica — 22 marzo 1990 pagina 40 sezione: MUSICA

TORINO Sono arrivati in Italia sull' onda del successo di quel gioiello beatlesiano che è Sowing the seeds of love. Roland Orzabal e Curt Smith, ovvero i Tears For Fears, sono ora decisi a conquistarsi anche un pubblico da concerto, dopo aver occupato grandi fette di mercato discografico. E non è una strada facilissima. Come è noto vendere molti dischi e spopolare dal vivo, possono anche essere due cose diverse. E così dopo i quarantamila giovani che li hanno acclamati a Londra, per il debutto italiano hanno dovuto accontentarsi di duemila persone, ma Torino è notoriamente una piazza difficile. Meglio promettono le prossime date, Treviso, Milano, Firenze e infine Roma, dove il 28 si chiuderà il tour. La diffidenza è giustificata dal fatto che i Tears For Fears appaiono soprattutto come una tipica band da superproduzione discografica. Di più, potremmo dire che appartengono, oggi più che mai, a quella singolare aristocrazia della musica pop che si è creata negli anni Ottanta in Inghilterra, una raffinata casta di stilisti della musica che ha evitato gli accenti del rock passionale, che ha glissato sul culto del working class hero, ma che tutto sommato ha evitato anche le fatue insidie delle musichette per adolescenti. E' PIUTTOSTO un' area di fantasie cromatiche, di morbide suggestioni sonore, di eleganti soluzioni armoniche, della quale fanno parte, seppur con segno diversissimo, gruppi come Prefab Sprout, Scritti Politti e, per l' appunto, i Tears For Fears. Certo, Smith e Orzabal non hanno l' estro e soprattutto i vezzi intellettuali dei Prefab Sprout, e neanche quella sofisticata intelaiatura ritmica degli Scritti Politti che ha incantato perfino Miles Davis. Ma vantano un formidabile gusto melodico, rarissimo nella musica inglese, e la capacità di costruire affascinanti scenari sonori. Rimane il fatto, però, che da bravi aristocratici, hanno a lungo evitato la dimensione on the road. Dando piuttosto un' enorme importanza al prodotto disco, affrontandolo come una megaproduzione per la quale si possono impiegare anche due o tre anni di lavoro. Un vero e proprio kolossal il cui risultato è di sorprendente perfezione, accuratissimo, perfino maniacale. Ma dal vivo è tutt' un' altra storia. Per affrontare il tour, i Tears For Fears hanno messo in piedi una potente band, ricchissima di supporti solistici. Oltre a Smith e Orzabal (voci leader e rispettivamente basso e chitarra) ci sono due vocaliste, tra cui la ben nota Adele Bertei, più sax, tastiere e percussioni. Ma una menzione speciale la merita la cantante e pianista Oleta Adams, scoperta dai due in un oscuro locale di Kansas City, colei che a quanto dichiarano li avrebbe fatti rinsavire da una serie di smarrimenti tecnologici e riportati sulla retta via della passione, della comunicazione. Ed effettivamente la Adams ha una vitalità straordinaria, riempie di calore e di antiche radici gospel l' aristocratico pop dei Tears For Fears. Ma anche Orzabal e Smith sono piuttosto bravi a scaldare progressivamente l' atmosfera, inizialmente troppo confezionata, soprattutto quando con Woman in chains attaccano i brani del nuovo album. Da qui in poi è tutto un crescendo di entusiasmo, passando per Advice for the young at heart, Badman' s song e altre. Così come quando propongono Famous last words, la canzone che chiude il nuovo album su toni amari, con una specie di fine del mondo prefigurata in un intimo ambiente di una coppia in amore. Visto che la canzone termina col verso canteremo, quando tutti i santi si mettono in marcia, diventa un pretesto per una jam collettiva sul tema ultraclassico di When the saints go marching in. Tutto il concerto va a crescere e ovviamente culmina proprio con Sowing the seeds of love, straordinaria rivisitazione dello stile dei Beatles più psichedelici dell' epoca di I' m the walrus, a cui per giusta associazione segue la citazione di All you need is love, cantata in coro da tutto il gruppo. E poi si chiude entusiasticamente con Everybody wants to rule the world e Shout reinventata con spunti rap. Tutto sommato una piacevole occasione di festa in musica. Se non fosse che almeno un particolare, non secondario, getta una luce piuttosto singolare su questo concerto palesemente concepito per spandere nell' aria quelle che una volta si chiamavano buone vibrazioni. Ed è il fatto che i due leader riescono a non guardarsi neppure una volta per l' intera durata del concerto. Ognuno dei due gioca e si diverte con tutti gli altri del gruppo, ma tra di loro si comportano come perfetti estranei. Non uno sguardo, non un cenno d' intesa, il che salta talmente agli occhi da non essere più solo una noticina di costume. Se è vero, come dice la canzone dei Beatles riproposta in concerto, che tutto quello di cui abbiamo bisogno è amore, perchè non cominciano da se stessi? - di GINO CASTALDO

 
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iloveroland
view post Posted on 29/4/2008, 08:39




Bello questo articolo!Conferma quello che ho sempre pensato anche quando nn ero loro fan.Ho sempre pensato alla musica dei TFF come a qualcosa di aristocratico.Vorrei essere stata a quel concerto.E ho capito a cosa si riferiva Roland nell'intervista che ha rilasciato in Brasile quando ha detto che in Italia tutti si erano accorti che sul palco lui e Curt nn si guardavano mentre suonavano.Probabilmente si riferiva a questo articolo e ad altri simili.Grazie Olga! ^_^
 
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drifting
view post Posted on 29/4/2008, 13:13




Grazie anche da parte mia, proprio bello, ma anche molto amaro purtroppo... :choro.gif:
 
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iloveroland
view post Posted on 29/4/2008, 13:50




Purtroppo sì :cry:
 
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mino31
view post Posted on 29/4/2008, 17:41




Non avevo mai letto quest articolo, grazie mille Ransie cara.. Purtroppo non mi stupisco del fatto che i due si ignorassero sul palco.. Per me è sempre stato Roland che evitava di portare il clima sofisticato delle sue canzoni ad un atmosfera di puro relax; troppo impegnato, troppo preciso, troppo abbottonato.. Sempre sul suo piccolo piedistallo, e chi li conosce bene sa che non è solo nel tour di TSOL che si comportava cosi'.. Ora invece lo vedo cambiato, molto più rilassato, e finalmente il suo rapporto con Curt si scioglie un pò di più anche sul palco!
 
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Ransie la strega
view post Posted on 29/4/2008, 18:00




Sono contenta vi sia piaciuto ^__^
Comunque è vero Roland sembra troppo testardo, avrebbe potuto non essere così rigido calcolando che Curt non stesse passando un bel periodo, comunque con gli anni si dovrebbe diventare più saggi....; e riguardo al loro pop-nobile, bè la classe non è acqua :P
 
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mino31
view post Posted on 29/4/2008, 18:41




Bè su quello concordo, sono mitici! Bentornata bella..
 
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iloveroland
view post Posted on 29/4/2008, 21:28




CITAZIONE
e riguardo al loro pop-nobile, bè la classe non è acqua :P

Mi stupisce che la moglie di Curt nn ascolti la loro musica perchè li considera troppo leggeri <_<
 
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drifting
view post Posted on 30/4/2008, 12:13




Davvero?Non lo sapevo!!!Lo hai scoperto recentemente?
Oh ma questa ce l'ha tutti i difetti! <_<
 
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iloveroland
view post Posted on 30/4/2008, 12:33




L'ho letto nell'ultimo post nel blog di Curt.Secondo me nn è tanto normale <_<

3. What song of yours or TFF does your wife like most, and do your girls like most?

My kids love "Shout" (duh) and Frances primarily likes R & B, so we're a little lightweight for her.

Pardon!Nn dice che nn li ascolta proprio ma che preferisce altro perchè loro sono un po' leggeri per lei.
 
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Ransie la strega
view post Posted on 30/4/2008, 16:39




Anch'io non avevo letto questa cosa -_-

Ora leggete questo: (Raoul and the Kings of Spain non vendette granchè)

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mino31
view post Posted on 1/5/2008, 18:54




Questo è un trafiletto preso da "Tutto" del 1996, io ho proprio l originale. Quel giornale ne diceva di cotte e di crude contro Roland, tanto che scrissi alla redazione chiedendo i motivi di tanta ostilità
 
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iloveroland
view post Posted on 1/5/2008, 19:30




Povero Rol :( .Anche io ne ho lette di cotte e di crude su Roland,sia su Raoul and the kings of Spain che su Tomcats screaming outside e persino su Everybody loves a happy ending e mi sono chiesta anche io quale fosse il motivo di tanta ostilità :unsure:
 
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Ransie la strega
view post Posted on 1/5/2008, 23:30




Ah, hai anche scritto alla redazione, bravo Mino!, si vede che non gli stavano simpatico Roland.
 
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iloveroland
view post Posted on 1/5/2008, 23:57




Nn sta antipatico solo a loro.Nn mi ricordo chi è ma c'è un critico musicale che ha fatto a pezzi tutti i lavori di Rol da Sowing the seeds of love in poi,compreso Everybody loves a happy ending.In una recensione di Tomcats screaming outside ha persino scritto che Rol aveva perso la voce e la dignità e ironizzava sul titolo Maybe our days are numbered dicendo che si trattava dei giorni della carriera di Rol che secondo lui erano contati <_< .Stessa cosa per Last days on earth che sempre secondo lui sarebbero gli ultimi giorni della carriera dei TFF.E diceva pure che Everybody loves a happy ending è patetico e monotono e che ce lo potevano anche evitare <_<
 
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43 replies since 28/4/2008, 21:43   629 views
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